giovedì 23 giugno 2016

La caduta della sinistra

Una sinistra che non è mai stata sinistra prima o poi collasserà su se stessa. Rinnovare un partito non significa cambiare radicalmente l'orientamento e mutare gli aspetti dell'ideale principale sul quale si poggiano i principi di base, in questo caso diventa una menzogna per tutti coloro che ci hanno creduto. A mio avviso questa è la fine che farà il PD e di conseguenza questo governo. La responsabilità principale è da individuarsi nel leader, che tra l'altro si è fatto carico di due impegni non indifferenti: quello di segretario di partito e di presidente del consiglio dei ministri. Cariche compatibili, ma difficilmente gestibili in contemporanea, specialmente in un periodo storico come questo dove tutta la politica viene messa in discussione. La presunzione non è stata da meno e gli italiani non sono più disposti a credere a quelle promesse che assomigliano più a televendite che a reali progetti possibilisti. Una sinistra che ha messo le mani sui diritti dei lavoratori, che sta distruggendo la sanità pubblica a favore delle iniziative private, una sinistra che ha illuso gli italiani con un contentino di ottanta euro in alcuni casi richiesto indietro con gli interessi, una sinistra che ha promesso lavoro, ma ha aumentato di fatto la disoccupazione. Tornando a parlare di sanità siamo arrivati al punto di essere costretti a pagare di tasca ogni visita, ogni test, tra l'altro dentro le stesse strutture dove esistono strumenti diagnostici acquistati con i soldi di tutti. Una sinistra che ha favorito le banche e non gli operai, che ha tralasciato le classi più povere, la piccola impresa, una sinistra che non c'è più. Una sinistra che ha rivolto l'assistenzialismo sociale prevalentemente agli stranieri sottovalutando che ci sono milioni di poveri tra i contribuenti italiani.
A mio avviso questa sinistra dovrebbe sparire dal panorama politico italiano, spero che non ci impressioneremo se tra poco saremo investiti da un periodo di giustizialismo. E' colpa nostra, per il nostro assenteismo alle urne, per le scelte ignoranti che abbiamo fatto, per aver bevuto troppa tv, ma soprattutto per aver mandato al potere persone che hanno poi rovinato l'Italia. La prossima volta andiamo a votare scegliendo con accuratezza e ragionevolezza e non per simpatia. Con la simpatia si vendono meglio casse d'arance che il futuro dei nostri figli.

Stefano Terraglia