domenica 4 settembre 2016

Il sorriso degli italiani

Sole, mare, mandolino, pizza, spaghetti, mafia...ma con un cuore grande così, parafrasando una canzone di "Elio e le storie tese" si arriva proprio sulla bocca e sul sorriso innato degli italiani rivolto al mondo.
Abbiamo detto benvenuto ai francesi, ai tedeschi, agli americani, manca poco anche ai sovietici e continuiamo imperterriti a farlo tramite la nostra politica estera, dando una pacca un po' all'uno e un po' all'altro, l'importante è che sia più potente di noi o più conveniente degli altri. Non abbiamo un carattere e una personalità politica, ma questo purtroppo è una costrizione. Povera Italia, dipendente dal resto del mondo per quanto riguarda l'energia che non produciamo affatto. Siamo contrari alle centrali nucleari, però acquistiamo energia da chi ne ha diverse, non produciamo petrolio, ma lo acquistiamo altrove, come del resto il carbone, il ferro e tutto ciò che non abbiamo per niente. In compenso abbiamo tanta pomice.
Tutto questo fa del nostro paese un paese che deve vivere sulle buone relazioni internazionali perché se a noi ci staccano la spina chiaramente finiamo al buio. Ed eccoci ad accettare a malincuore anche le prese per i fondelli da parte degli organi di stampa satirici esteri, come il caso delle vergognose vignette sul terremoto del settimanale francese "Charlie Hebdo". Tutto il mondo sa benissimo che l'Italia si è ben distinta per le sue incapacità politiche, con i governi che vanno e che vengono, con i parlamentari indagati o condannati, con la mafia, con la corruzione, con una guerra mondiale perduta, dove agli occhi del mondo la risoluzione è avvenuta soltanto grazie all'intervento anglo americano. E della nostra Resistenza? Dei nostri partigiani? Solo qualche italiano ricorda, ma all'estero sanno ben poco. Adesso con l'avanzare del populismo destroide si mette in discussione anche questo, condannando persino la nostra gente che ha combattuto per liberarci dal nazi-fascismo. Che strano, chinati al cospetto della Merkel, il cancelliere tedesco e chi l'avrebbe mai detto nel 1944.
L'umanità, l'essere uomo e tutto ciò che sta sotto il nostro torace non vale più niente, se prima eravamo consumatori soltanto per le botteghe, da tempo lo siamo anche per i nostri governi sempre più succubi delle multinazionali straniere.
L'Italia, paese così piccolo, vulnerabile, dove l'importanza strategica che poteva avere quando l'Europa era contesa da est e da ovest, oggi è oramai superata. Restare in Europa? purtroppo è diventato indispensabile, pena l'isolamento dal mondo o l'annessione all'Africa. 
Fantasie politiche a parte, continuo ad amare questa terra anche se spesso mi imbarazza.

Stefano Terraglia