giovedì 27 settembre 2018

Firenze: Il contratto del comparto sanità, interviene Paolo Porta

Paolo Porta - Consigliere nazionale sindacato Nursind
Assemblea generale dei dipendenti del comparto sanità dell'ospedale di Careggi a Firenze. Nel corso dell'assemblea, interviene Paolo Porta, consigliere nazionale e segretario aziendale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. Sono stati affrontati diversi temi derivati dal contratto del comparto firmato da CGIL CISL UIL, FIAL e FSI, nettamente respinto dai sindacati di categoria Nursind e Nursing up e tutti i sindacati di base. Il contratto si riferisce al periodo 2016-2018, rinnovato dopo quasi dieci anni, con aumenti irrisori e nettamente peggiorativo. Nell'intervento sono stati sottolineati diversi punti importanti tra i quali la difficile l'interpretazione degli articoli del contrato stesso, articoli che lasciano ampio spazio alle controparti di eludere diversi diritti e clausole. Gli aumenti degli stipendi del comparto sanità sono stati di poche decine di euro lorde che non rendono merito ad alcuna categoria, in modo particolare agli infermieri, professione con formazione universitaria caricata di numerose responsabilità civili e penali. Durante l'assemblea sono intervenuti inoltre Monica Borti, dirigente aziendale RSU del Nursind e Francesca Romano, coordinatore aziendale Cobas. L'assemblea è stata richiesta dai dipendenti di careggi attraverso il gruppo Facebook "Careggi Città Aperta" che si occupa di collaborare con le organizzazioni sindacali al fine di rendere maggiormente visibile la rispettiva attività delle sigle sindacali, organizzando e moderando i post di tutti i dipendenti a livello nazionale che afferiscono al comparto sanità. Il gruppo è aperto anche ai medici.

venerdì 21 settembre 2018

Deep Dives - Game in Florence

Insieme a Marco Terraglia questo nuovo video nella nostra playlist Deep Dives dal titolo "Game in Florence", una clip sulle note di un brano techno dance.
  

mercoledì 12 settembre 2018

L'Europa imbavaglia la rete

La direttiva del bavaglio alla rete è stata approvata a Strasburgo. I signori dei giornali e della televisione che si sono sempre creduti vangelo dell'informazione, avendo progressivamente perso lettori e spettatori a causa del pattume che spesso propongono, approvano una direttiva che impone una tassa sulla condivisione dei contenuti in rete. In pratica, social, blog, video sharing, dovrebbero pagare una tassa ogni volta che un utente condivide, E NON COPIA, un post di un giornale, un trafiletto, un articolo e così via, ma anche foto, video, contenuti audio e così via, rendendo praticamente impossibile ogni sorta di commento al riguardo. Vogliono essere corrisposti, perché la condivisione per loro significa copiare un contenuto, quando si sa per certo che il codice è quello della loro pagina. Vogliono guadagnare dai links perché chiaramente nessuno compra più un giornale o siede tutte le sere davanti al TG di regime. Un vero e proprio bavaglio, un tentativo di minare la rete. Rischieremo pian piano di avere limiti sempre più evidenti, perché chiaramente la rete fa paura. Si stropicceranno le mani i padroni dell'informazione, padroni di RAI, Sky, Repubblica e tutto ciò che ancora gira intorno a quella minoranza che, nonostante in Italia abbia una percentuale ridicola di consenso, continua ancora ad imperare. Questi quatto gatti ci provano con l'Europa con l'appoggio di Macron e Merkel, facendo passare direttive imbavaglianti, distruggendo conseguentemente le fondazioni libere ed eccellenti come ad esempio l'opera di Wikipedia che rischia di chiudere. Come del resto ci abbandoneranno tutti i social network che con questa misura saranno costretti a pagare i diritti alla fonte principale di ogni link condiviso.

Stefano Terraglia

lunedì 10 settembre 2018

Trenta giorni in mare

Il viaggio di una grande nave mercantile ripreso in timelaps nell'arco di trenta giorni. Direi un video spettacolare anche per capire quanta merce inviamo attraverso i mari.

domenica 2 settembre 2018

Patetici ritorni

Mi dispiace che molti nostalgici, e li capisco perché in parte lo sono anche io, abbiano da meravigliarsi di questo nuovo mondo e del degrado culturale nel quale si è infognato. La rete, i social network, il bla bla bla di ogni singolo povero cristo intrappolato nel concetto di condivisione, la politica sempre più contraddittoria, ma soprattutto l'ingenuità di ognuno di noi che a sua insaputa diventa membro di una schedatura mondiale passiva regalando al potere ogni nostra singola scorreggia. E' così e non possiamo farci niente se non decidere di uscire, ma ciò renderebbe ancor più oscurata la nostra partecipazione attiva al movimento di idee che oggi regola il pensiero collettivo. Non esistono alternative, in quanto le piazze sono costantemente monitorate da sistemi tecnologici che permettono l'individuazione di ogni singolo focolaio di resistenza violenta. E non è detto che le voci non possano essere progressivamente oscurate con il controllo e di conseguenza la limitazione della libertà di espressione sulla rete. Quindi i nostalgici non possono esemplificare le nuove strade da percorrere facendo riferimento alle lotte che furono, sarebbe come pretendere di cercare di alimentare a carbone una moderna utilitaria. Tutto il divenire dovrà essere nuovo, originale, affinato ed adattato ai nuovi tempi. Noi nel nostro progressivo invecchiamento possiamo soltanto ricordare e fare tesoro storico di ciò che è stato, dobbiamo prepararci alle novità più che alle repliche. Non ci sarà un altro fascismo, un altro comunismo, un nuovo sessantotto, ma ci saranno novità assolute e proprio perché avranno caratteristiche profondamente differenti dal passato, ci coglieranno, se saremo ancora vivi, di sorpresa. Mi eccita molto di più immaginare cosa sarà che auspicarmi patetici ritorni. 

Stefano Terraglia