La specie umana ha una caratteristica da non sottovalutare, la capacità di assuefarsi alle cose, alle emozioni, allo stile di vita. Ogni novità diventa normalità se persiste nel suo esistere, ogni emozione diventa necessità se presente costantemente, ogni potere diventa vitale per chi è abituato a detenerlo. Inoltre vi è la necessità umana di combattere la stasi, la noia e ricercare nel cambiamento nuove emozioni. Chi non riesce a procurarsi emozioni avanzando nei propri sentimenti, perché corrotti e compromessi, a mio avviso è portato a procurarsi emozioni con il possesso di beni materiali o potere personale. La ricerca di potere e denaro è un modo per realizzarsi, per distinguersi dalle masse e per condurre uno stile di vita a cavallo delle proprietà acquistate e del potere ottenuto. Resta di fatto che gli oggetti e lo spazio acquistato non entreranno mai a far parte delle risorse interiori e non saranno mai utili per la ricchezza dell'anima. Resta un fattore, il fattore potere, che si esercita sugli altri attraverso strumenti che si acquisiscono generalmente con il possesso di denaro, il potere di far lavorare gli altri, per esempio, o di disporre di spazi da concedere agli altri in cambio di denaro. Se gli uomini di potere potessero comprare le teste delle masse lo farebbero, se potessero gestire il loro pensiero lo farebbero, ma ancora tutto questo non è possibile anche se ci stanno provando con svariati stratagemmi, uno di questi è quello dell'informazione, del tipo: io ti racconto ciò che io voglio che tu sappia.
Raramente sono esistiti su questa terra uomini che hanno avuto ricchezza materiale e ricchezza interiore, quei pochi che hanno scelto la ricchezza interiore, pur essendo ricchi di averi, hanno perduto ogni cosa perchè hanno scoperto che la ricchezza interiore è assai più intensa, sono i più grandi, gli uomini di spessore, l'esempio di chi pur avendo posseduto molto ha avuto la forza di rinunciarci. Devo ammettere però l'esistenza di un mondo di disgraziati che non conoscono né l'una, né l'altra ricchezza, che non hanno potuto esporsi al cospetto delle due circostanze, sono rimasti miseri dentro e fuori, a mio avviso sono i peggiori, sono coloro che detestano la vita in ogni suo aspetto, che alla prima occasione a loro favore diventano avidi e una volta ottenuto il potere si trasformano generalmente tra i più tiranni.
Un uomo che sceglie la ricchezza interiore a scapito della sua ricchezza materiale è praticamente introvabile e tralasciando gli esempi religiosi affidati alla fede, se qualcuno ne avesse voglia di darne prova, sappia che non conoscerà mai la morte. Proprio la morte, che non risparmia nessuno, è un buco piccolo e nero, ci passa a malapena il corpo nudo che lascia fuori soltanto le impronte della vita trascorsa. Se le impronte saranno di piedi scalzi sarà possibile ricordare di chi sono, se invece saranno impronte di scarpe non potranno mai essere attribuite a nessuno.
Stefano Terraglia