Il panorama globale si sta rapidamente ridefinendo, con paesi e settori che cercano di adattarsi a una complessa interazione di pressioni economiche e dinamiche di potere in continua evoluzione. Il 2025 si preannuncia come un anno di profonde trasformazioni, plasmate da esiti elettorali, progressi tecnologici e crescenti tensioni geopolitiche.
Gli Stati Uniti, pur entrando nel 2025 con un forte slancio economico e prospettive di "atterraggio morbido" con inflazione e tassi in diminuzione, affrontano rischi significativi legati alle potenziali politiche del neo-presidente Donald Trump. Le sue intenzioni di imporre dazi elevati, fino al 60% sulle importazioni dalla Cina e 10-20% su tutti gli altri paesi, potrebbero frenare la crescita e alimentare l'inflazione. Parallelamente, un programma di deregolamentazione, specialmente per i settori energetico, tecnologico e finanziario, e di tagli fiscali è in agenda, sebbene l'entità di questi ultimi potrebbe essere limitata dalle preoccupazioni per il deficit federale. Le politiche restrittive sull'immigrazione, incluse deportazioni di massa, potrebbero inoltre privare l'economia di forza lavoro essenziale, gravando sulla crescita e acuendo l'inflazione, il tutto in un contesto di battaglie legali e resistenza da parte di stati democratici e settori industriali.
L'economia cinese, dal canto suo, sta navigando una fase di rallentamento, caratterizzata da un calo nel settore immobiliare e da una bassa fiducia dei consumatori. Le sue strategie di adattamento sono multiformi: dalla promozione di una "economia argento" per rispondere ai bisogni di una popolazione che invecchia rapidamente, con investimenti in assistenza sanitaria intelligente e turismo, all'ambizione di dominare l'innovazione verde. La Cina sta investendo massicciamente in tecnologie come l'idrogeno verde e la cattura del carbonio, con emissioni globali che potrebbero aver raggiunto il picco nel 2023. Le aziende cinesi si stanno anche espandendo a livello internazionale, stabilendo nuove strutture produttive in paesi come Arabia Saudita, Malesia e Messico, per eludere i dazi statunitensi e accedere a nuovi mercati. L'attenzione del governo è inoltre rivolta a settori emergenti come i chip avanzati, la robotica, l'AI e i taxi volanti.
Le economie europee sono attese a un rafforzamento, ma devono affrontare la duplice sfida di ridurre i deficit e aumentare i bilanci della difesa, il tutto sotto l'ombra di potenziali dazi statunitensi. La Germania si prepara a elezioni anticipate che potrebbero portare a uno spostamento a destra, con priorità sul rilancio di un'economia stagnante, la gestione dei prezzi energetici e della burocrazia, e la risposta all'ascesa dei veicoli elettrici cinesi e al protezionismo. Il Regno Unito, dopo un decennio di crescita lenta, affronta un contesto più calmo con tassi di interesse in calo, ma il nuovo governo laburista deve bilanciare le riforme infrastrutturali con i rischi di un rallentamento globale e dei dazi.
In Africa, si osserva un modello di crescita a due velocità. I paesi dipendenti dalle risorse come Angola, Nigeria e Sudafrica lottano con un PIL pro capite in calo rispetto a dieci anni fa, mentre nazioni meno legate alle materie prime come Ruanda, Etiopia e Costa d'Avorio registrano una crescita robusta. Il Sudafrica, con un nuovo governo di unità, si impegna a stimolare una crescita economica sostenuta per contrastare l'alta disoccupazione e il debito pubblico.
L'India è proiettata a superare il Giappone, diventando la quarta economia mondiale, spinta da ingenti investimenti pubblici in infrastrutture. La sfida per il 2025 sarà incentivare gli investimenti privati e la creazione di posti di lavoro, in particolare in settori emergenti come l'idrogeno verde e la produzione di chip. L'Indonesia, sotto il nuovo presidente Prabowo Subianto, mira a una crescita ambiziosa dell'8%, ma dovrà affrontare problematiche di finanziamento e una riscossione fiscale insufficiente, rendendo necessarie riforme più profonde.
Il Giappone si prepara ad affrontare il suo "problema del 2025", con i baby boomer che raggiungeranno i 75 anni, incrementando i costi sanitari e pensionistici e riducendo la base imponibile. Nonostante misure come l'espansione delle case di cura e il reclutamento di lavoratori migranti, riforme più audaci sono imprescindibili.
Diversi settori chiave mostrano dinamiche complesse. L'Intelligenza Artificiale (AI), nonostante investimenti previsti per 1.4 trilioni di dollari entro il 2027, non ha ancora generato un aumento immediato e diffuso della produttività, con l'adozione che rimane frammentaria. Tuttavia, sta rivoluzionando la scoperta di farmaci, rendendola più veloce ed economica, e contribuisce all'avanzamento dei vaccini contro il cancro. La domanda energetica dei data center AI è in forte crescita, mettendo sotto pressione le reti elettriche. Lo Stoccaggio Energetico su Scala di Rete è la tecnologia energetica in più rapida crescita, alimentata dalla diffusione delle fonti rinnovabili intermittenti, dalla diminuzione dei prezzi delle batterie agli ioni di litio – in parte grazie alla sovracapacità cinese – e dall'emergere di alternative innovative come le batterie agli ioni di sodio.
Il settore della Difesa sta vivendo un boom, con i conflitti in Ucraina e Medio Oriente che stimolano gli investimenti europei e l'aumento dei finanziamenti da parte di NATO e UE. L'innovazione nella "defence-tech", inclusi droni e AI, è in fermento, sebbene il mercato europeo rimanga frammentato. L'era d'oro dello Streaming sembra giungere al termine, con gli investitori che chiedono profitti: si osservano tagli ai budget, aumenti dei prezzi, introduzione di pubblicità e raggruppamento dei servizi. Le vendite di Veicoli Elettrici (EV) continuano a brillare, con la Cina che domina la produzione e si espande globalmente, mentre i produttori occidentali cercano di competere con modelli più economici. Infine, il Turismo raggiungerà nuovi massimi nel 2025, ma la crescita tornerà ai livelli pre-pandemia e le reazioni contro l' "overtourism" si attenuano, pur mantenendo restrizioni in molte città.
Parallelamente, le mutevoli dinamiche di potere stanno ridisegnando gli equilibri geopolitici. Il potenziale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca influenzerà profondamente le relazioni globali, con una politica di "America First" che potrebbe mettere in discussione le alleanze statunitensi, accelerando il disimpegno dall'Europa e riducendo gli aiuti militari all'Ucraina. Nel Medio Oriente, l'amministrazione Trump potrebbe facilitare un cessate il fuoco a Gaza ma è improbabile che spinga per una soluzione a lungo termine con uno stato palestinese, mentre adotterebbe una linea dura con l'Iran. L'America Latina sarà sotto i riflettori per le preoccupazioni sull'immigrazione illegale, gli squilibri commerciali e il traffico di droga, con il Messico che potrebbe affrontare dazi e un approccio più invasivo alla sicurezza.
La Cina continua ad affermarsi come potenza globale, promuovendo la propria visione di ordine mondiale e rafforzando la collaborazione con Russia, Iran e Corea del Nord. Le sue rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale stanno diventando un punto di infiammabilità, con i paesi del Sud-Est asiatico che le respingono attivamente. L'Europa si trova in un "pericoloso e duraturo declino" della sua sicurezza, con la Russia in vantaggio in Ucraina e gli Stati Uniti focalizzati sull'Asia, rendendo urgente l'aumento della spesa per la difesa e la formazione di un fronte comune, con un dibattito sulla riorganizzazione della difesa collettiva, potenzialmente depriorizzando la NATO a favore di istituzioni europee.
La Russia detiene il sopravvento in Ucraina e sta espandendo il suo arsenale nucleare, intensificando le minacce alla stabilità regionale attraverso la collaborazione con Cina, Iran e Corea del Nord. Il Medio Oriente vedrà probabilmente proseguire i conflitti a Gaza e Libano e contro l'Iran, con le prospettive dipendenti dalle azioni di figure chiave come Ali Khamenei, Benjamin Netanyahu e Donald Trump. Gli stati del Golfo, mentre cercano di bilanciare le relazioni con la Cina e l'Occidente, saranno sottoposti a crescenti pressioni per scegliere una parte, specialmente in relazione alla tecnologia. L'America Latina affronta crescenti pressioni migratorie e una preferenza per modelli di sicurezza di "pugno di ferro", con elezioni che riflettono queste preoccupazioni.
Il futuro della democrazia in Asia è incerto. In India, il Primo Ministro Modi è costretto a governare in coalizione, moderando la sua agenda nazionalista, ma in Indonesia e Thailandia emergono segnali preoccupanti di politiche antidemocratiche. La giunta militare del Myanmar probabilmente non cadrà, e i gruppi ribelli vincenti potrebbero non sostenere la democrazia. La Sicurezza Globale è descritta come "nello stato più pericoloso dalla Guerra Fredda", con un crescente divario tra le minacce globali e il potere degli Stati Uniti di influenzarle. L'ingresso nella terza era nucleare è caratterizzato da più armi, più stati nucleari e meno limiti, con Russia e Cina che rafforzano la loro collaborazione in questo ambito.
In sintesi, il 2025 sarà un anno di intense riorganizzazioni economiche e geopolitiche, con molti paesi e settori che cercano di adattarsi a nuove realtà imposte da leader imprevedibili, tensioni globali e un'ondata di innovazione tecnologica. In questo vortice di cambiamenti, emerge la necessità di una visione che trascenda le contingenze immediate, cercando un equilibrio tra pragmatismo economico e una profonda comprensione delle interconnessioni umane e ambientali che definiscono il nostro futuro collettivo. Solo così potremo navigare con consapevolezza le complessità di un mondo in continua trasformazione, ispirando soluzioni che armonizzino progresso scientifico, prosperità economica e benessere sociale.