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Pensate un po' cosa sarà il mondo tra cinquant'anni, quando tutto sarà tremendamente più caldo, quando le temperature saliranno ancora, quando le ultime terre fertili inizieranno a seccare, quando vivere vicino alle zone equatoriali sarà impossibile, quando i ghiacciai saranno completamente o quasi tutti inesistenti. La popolazione mondiale, che avrà raggiunto i dieci miliardi, sarà costretta ad occupare inevitabilmente i luoghi più miti, l'energia non basterà più a soddisfare i nostri bisogni primari, senza contare le difficoltà di integrazione e convivenza che saremo costretti ad affrontare. Pochi paesi al mondo stanno analizzando questo problema per scongiurare futuri scenari catastrofici, la cosa ancora più preoccupante è che non vi è alcun ideale, neanche in forma embrionale, tesoro per il nostro divenire. Restiamo muti a percorrere la nostra linea del tempo come se fosse l'ultima per tutti noi viventi. Invece un pallone oggi è uscito dalle gambe sbuccicate e multi colore di un gruppo di ragazzini sotto casa, è finito in strada ed uno di loro lo ha acchiappato al volo, la partitella è ricominciata. Se fossero proprio i loro sorrisi e le loro grida innocenti a nascondere il segreto della futura sopravvivenza umana? Noi ce ne andremo, resterà sempre e comunque un pallone ed una partitella, ma li lasceremo da soli nei loro giorni. Sorgerà il sole anche domani, ma per adesso tutto tace, il tempo passerà ancora e il ritmo dell'uomo diventerà sempre più dissonante come il rumore di quel pallone che rotolerà da solo sui ciottoli di un arido pendio.
Stefano Terraglia