mercoledì 23 maggio 2018

Lo scetticismo pilotato dei media

Non ho capito quali sono i meccanismi sottili e misteriosi che stanno muovendo i media televisivi in questi ultimi giorni a proposito della formazione del nuovo governo. Pare davvero che una forza misteriosa ed occulta si sia coalizzata per denigrare in maniera sottile le scelte democratiche del popolo italiano. Un esempio è Sky Tg24 che conduce i propri approfondimenti con ospiti in studio, ebbene neanche un esponente del M5S, utile per contraddire il continuo scetticismo, neanche una parola spesa a favore dell'impegno politico che Di Maio e Salvini hanno condotto nel definire il contratto di governo e la scelta del Premier. Tali atteggiamenti rispondono al nostro tradizionale ed ormai discutibile modo di fare informazione, palesemente costruita proprio da quei partiti che il 4 marzo 2018 hanno visto i propri consensi scendere vertiginosamente verso il basso. Quei partiti che per decine di anni, con le solite facce, ma con giacchette diverse, hanno condotto la vita politica di questo paese ed hanno direzionato l'informazione a salvaguardia del loro stile. Mi fanno veramente rabbia queste giornaliste/giornalisti dal bell'aspetto con le loro boccucce storte, che fanno faccette sdegnate quando si tratta di commentare dichiarazioni dell'uno o dell'altro leader politico verso il quale non simpatizzano. Le stesse faccette che trovi quando parli con un gruppetto di amici che non ti condivide, ma in questo caso si tratta di informazione televisiva proveniente dalle maggiori reti italiane. Pessimo modo di fare giornalismo, puzza tanto di obbedienza verso quei direttori voluti dalle precedenti legislature. Puzza di stantio e di sistemazione, di poltrona e di piedi, ma non è facile scardinare oramai il cambiamento, che si adeguino e che siano obiettivi, ma più che altro rispettino le scelte democratiche di un popolo che deve e vuole riconquistare pienamente la sovranità e la trasparenza. 
Spazio Informazione Libera augura un buon lavoro al nuovo governo che sta per nascere.

Stefano Terraglia