Erano già stati abbastanza ridicoli, a mio avviso con il Family Day.
Una massa di persone incoerenti, divorziati, puttanieri e quant'altro, raccolti ad inneggiare un concetto di famiglia non solo distorto per il mio pensiero ma che intacca la legge sul divorzio istituita nel 1970 e ribadita dal popolo nel referendum del 1974.
E non solo, un evento che denigra le scelte sessuali di cui tutti dovremmo avere diritto.
Eccoci di nuovo, dopo l'attacco allo statuto dei lavoratori, il mancato rispetto della Resistenza e il tentativo di oltraggio verso la costituzione, ora si associa anche il disprezzo per le dure lotte a favore dei diritti della donna, già offesi per l'affronto contro la legge 194.
Di conseguenza anche la beffa verso chi non può avere figli.
Le cause sono smisurate, non sempre dipendono da una scelta e le problematiche di infertilità non sempre dipendono da un utero "vagabondo", ci sono anche spermatozoi "deboli" o "distratti".
Più comunemente si parla di infertilità e in questo caso infierire è da esseri piccoli di mente e poveri di cervello.
Non mi dilungo poi sul fatto che oggi come oggi mettere su famiglia e mantenerla in maniera quantomeno decorosa sia un impresa non da poco.
Senza contare poi, che molte menti "benpensanti" puntano il dito su chi vorrebbe adottare dei figli ma non rispecchiano a loro dire i valori della famiglia tradizionale.
Da donna però mi sento di ribadire e difendere un altro concetto, a mio parere ancora più profondo, il rispetto della donna sulla volontà di volere o meno un figlio.
Lotte dure hanno segnato il cammino verso la conquista di questa indipendenza ed è riluttante e inammissibile che proprio una donna non ne tenga conto.
Un ministro della sanità, oltretutto, a mio parere poco adeguata per il posto che occupa, senza una laurea o una competenza specifica in materia "salute".
È un nuovo oltraggio al rispetto di ognuno di noi, alla scelta personale ed è girare il dito nella piaga nell'intimo di chi, per un qualsiasi motivo, di figli non ne può avere.
Io mi sento fortemente offesa.
Alessandra Lombardi