giovedì 14 luglio 2016

Il sistema premiante

Io mi distinguo, tu meno.
E' stato introdotto il sistema di valutazione dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni, una sorta di pagellina, con l'obiettivo di sanzionare o premiare l'operato del dipendente. Certe misure, dal sapore tipicamente italiano, una volta applicate si rivelano di un'inefficienza stratosferica. La motivazione dell'inefficienza va ricercata nel contesto specifico nel quale il dipendente opera e sappiamo benissimo che la pubblica amministrazione italiana per certi versi non appare per niente innovativa o innovata e risponde purtroppo ai risultati di finanziamenti centellinati. I dipendenti pubblici con il tempo si sono abituati a lavorare con il minimo indispensabile o peggio ancora con l'insufficienza degli strumenti a loro disposizione, arrangiandosi in qualche modo. Sono noti gli uffici con le sedie riparate con lo scotch, biglietto da visita di molte realtà nelle quali lo stesso servizio pubblico è rivolto all'utenza: presidi medici, ambulatori, uffici vari e così via. Sono noti i cantieri interminabili negli ospedali, sono note le macchine usurate delle forze dell'ordine, sono note le strutture all'interno delle quali non esiste ancora un minimo di informatizzazione. Il dipendente pubblico lavora all'interno di queste minime realtà da una vita, giorno dopo giorno, con stipendi spesso bassissimi. Il sistema premiante introdotto con la legge è applicato in maniera tale che il pesciolino più grosso mangi il più piccolo, alimentando l'intolleranza verso le gerarchie di poco superiori. Considerato tutto questo penso fermamente che il sistema premiante è a mio avviso un ulteriore perdita di tempo senza alcuna utilità. Creare livelli diversi di voto all'interno di un gruppo di lavoratori genera invidia, rassegnazione, tristezza, anche se la differenza tra l'uno e l'altro è di mezzo punto. Il clima poco sereno che si instaura si ripercuote chiaramente sull'efficienza del lavoro svolto da tutto il gruppo di colleghi, in quanto ci sarà sempre qualcuno che opererà con disprezzo verso chi ha meritato di più, ma soprattutto verso chi ha il potere di giudicarlo. La motivazione sul posto di lavoro è l'elemento chiave per avere grandi risultati, chi si manifesta non idoneo deve essere motivato nel prendere in considerazione altre esperienze, anche rimettendo in discussione le proprie scelte. Non essendo tutti uguali, la propria capacità la si esprime meglio sentendosi motivati proprio nelle cose di cui siamo poco capaci, le cose che sappiamo far bene invece, dovrebbero essere condivise affinché gli altri possano imparare. Solo in questi casi, a mio avviso, l'efficienza di un servizio può raggiungere la sua massima espressione.

Stefano Terraglia