lunedì 18 luglio 2016

Quando il superfluo diventa indispensabile


L'Europa ha terminato da diversi anni l'era di restaurazione che è occorsa per riparare i danni che la seconda guerra mondiale aveva causato all'economia, alle strutture e alle infrastrutture. Un'era che ha visto il rilancio dell'economia, i successi negli investimenti e un certo appagamento nei risultati, un periodo che ha prodotto ricchezza, che ha attraversato tutti gli anni cinquanta, sessanta e settanta. Dopo la stasi raggiunta negli anni ottanta e parte degli anni novanta, pian piano non abbiamo più avuto la necessità di restaurare, ma di mantenere il tenore di vita conquistato. Adesso siamo in quella fase dove l'unica risoluzione per l'economia, tolti i beni primari, è quella di investire sulle innovazioni, sulla ricerca, sulle invenzioni e progettazioni, ma è chiaro che questo meccanismo con il tempo finisce per saturare il mercato, producendo assuefazione tra i consumatori. La curiosità delle persone viene compensata continuamente dai mercati e le possibilità di ricerca e innovazione si consumano piano piano, diminuendo la capacità di ideare. Vengono quindi offerti prodotti superflui, inutili, che comunque hanno bisogno di materia prima per essere prodotti, la pubblicità ne sottolinea l'utilità e l'importanza fondamentale e con il tempo diventano beni di prima necessità. Lo dimostrano le tecnologie presenti sui mezzi di trasporto, le moderne auto che hanno cabine di guida simili alle astronavi, ma il risultato non è cambiato, da anni un'automobile conduce una persona da un punto A ad un punto B. 

Personalmente sono un appassionato di tecnologia, ritengo utilissimi e affascinanti i passi in avanti che sono stati fatti in questo settore, ma chiaramente tutto questo ha un prezzo. Certe tecnologie così sofisticate hanno bisogno di grandi investimenti sulla progettazione, per poterle offrire al mercato a costi ragionevoli da poter essere acquistate un po' da tutti, hanno bisogno di una produzione e di un'assemblaggio con mano d'opera a basso costo. Del basso costo sulla mano d'opera ha bisogno, in definitiva, ogni prodotto che in occidente deve essere messo sul mercato affinché tutti, con un modesto sacrificio o con un meccanismo di rateizzazione, possono avere. Ci siamo dimenticati però che in una consistente porzione del nostro pianeta vivono popoli che non hanno niente, ma che vengono sfruttati al fine di costruire molti dei nostri giocattoli. Ci siamo dimenticati che la materia prima utilizzata per costruire l'inutile non piove dallo spazio, ma è risorsa di questo pianeta, minerali, alberi, metalli e quant'altro occorra per generare, assemblare, costruire. 
Ci siamo dimenticati che certi prodotti, una volta finiti, usurati, dimenticati, dovranno essere smaltiti. A molti è venuta l'idea di spedire l'immondizia usata e dismessa tra la povera gente che per un pugno di riso ce l'ha costruita.

Stefano Terraglia