martedì 21 marzo 2023

Crisi globale dell'acqua entro il 2030

Il report "Turning the Tide" della Water Commission dell'Onu, pubblicato di recente, avverte che stiamo per affrontare una crisi dell'acqua imminente e globale. Secondo il rapporto, entro il 2030, la domanda di acqua dolce sarà superiore del 40% all'offerta. Questo è l'effetto combinato della pressione antropica sul clima, sull'acqua e sugli ecosistemi, una crisi ormai sistemica che deriva da decenni di gestione sbagliata della risorsa idrica in tutto il mondo.

La siccità che sta colpendo l'Italia e la conseguente preoccupazione per la scarsità d'acqua che sta lasciando a secco falde, pozzi e acquedotti già a marzo, sono solo una piccola parte del problema. Secondo il rapporto, stiamo cambiando l'intero ciclo idrologico globale, poiché per la prima volta nella storia dell'umanità non possiamo più contare sulla fonte di tutta l'acqua dolce, le precipitazioni. "Ogni 1°C di riscaldamento globale aggiunge circa il 7% di umidità al ciclo dell'acqua, sovraccaricandolo e intensificandolo, portando a eventi meteorologici sempre più estremi. L'acqua è quindi sia un motore che una vittima del cambiamento climatico", spiega l'autore principale del rapporto, Johan Rockström.

Per rispondere in modo efficace alla scarsità d'acqua, bisogna cambiare radicalmente il nostro approccio alla questione. Le soluzioni proposte in passato, che erano troppo locali, avevano uno sguardo troppo ristretto e a breve termine, e erano iniziative frammentate e incrementali, si sono rivelate fallimentari. La soluzione proposta è progettare una nuova economia che salvaguardi il ciclo dell'acqua, con un approccio che rifletta i molteplici ruoli dell'acqua nel benessere umano.

Le priorità per affrontare la crisi dell'acqua includono la mobilitazione degli attori del settore idrico, tra cui il settore pubblico, privato, la società civile e le comunità locali, e l'utilizzo della politica dell'innovazione per catalizzare soluzioni a problemi concreti. È inoltre necessario aumentare gli investimenti nell'acqua attraverso nuovi tipi di partnership pubblico-privato e ridurre i sussidi agricoli.

Secondo Mariana Mazzucato, co-autrice del rapporto, "abbiamo bisogno di un nuovo pensiero economico che ci aiuti a passare dal fissare in modo reattivo al modellare in modo proattivo le economie per renderle inclusive e sostenibili. Passare da politiche di innovazione settoriali a politiche mission-oriented con un approccio al bene comune può aiutarci a mettere l'equità e la giustizia al centro dei partenariati per l'acqua e a riunire più settori per affrontare le nostre maggiori sfide idriche".

Fonte: Rinnovabili.it