Stefano Terraglia e Alessandra Lombardi 
augurano a tutti un felice 2019
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Escursioni, viaggi, arte, tecnologia, attualità
Cosa hanno in comune gli eventi cardiovascolari come infarto ed ictus con l’osteoporosi? Numerosi fattori di rischio ad esempio, come l’età avanzata, il fumo, la sedentarietà o il consumo di alcool, senza contare che la diminuzione di massa ossea aumenta il rischio di mortalità correlata a d eventi cardiovascolari. Effettuare degli screening per conoscere la salute del cuore e delle ossa è il primo passaggio per avviare un programma di prevenzione primaria ed è quello che si propone di fare #ProtectUrLife, campagna europea di informazione promossa da Amgen, nel corso della quale sarà possibile effettuare test digitali gratuiti che forniranno in modo semplice e rapido la valutazione del proprio profilo di rischio. La campagna #ProtectUrLife dopo le numerose tappe europee sarà presente al CosmoSenior di Rimini dal 30 novembre al 2 dicembre per offrire a chiunque abbia a cuore la salute del proprio cuore e delle proprie ossa gli strumenti necessari per mettere in pratica una corretta prevenzione di osteoporosi ed eventi cardiovascolari, una educazione sanitaria in grado di proteggere la nostra salute giorno dopo giorno. Nel corso della presentazione della tappa italiana di #ProtectUrLife abbiamo intervistato: Francesco Romeo - Policlinico Tor Vergata Roma Maria Luisa Brandi - Presidente FIRMO André Dahinden - Presidente e Amministratore Delegato Amgen Italia
(Medicina e Informazione)
Per persone più fragili, come gli anziani o chi ha una qualche forma di disabilità, effettuare visite e cure odontoiatriche può rappresentare un problema, con la conseguenza di trascurare la salute del cavo orale. E per andare incontro ai bisogni di tutti coloro che vivono in una condizione di difficoltà, motoria, logistica, psicologica, l’Istituto Stomatologico Italiano ha realizzato la prima Unità Mobile Odontoiatrica in Lombardia, fra le prime realizzate in Italia, un automezzo dotato di poltrona odontoiatrica e apparecchiature specialistiche che potrà facilitare l’accesso alle cure dei cittadini più fragili, erogando visite e prestazioni odontoiatriche direttamente nei centri diurni disabili e nelle residenze sanitarie assistenziali, oltre a coinvolgere i cittadini sul territorio con campagne di informazione e prevenzione delle patologie del cavo orale ed in particolare con lo screening del cancro orale. A fianco a queste attività l’Unità Mobile sarà in grado di intervenire anche in caso di emergenze o criticità sul territorio. Ci ha presentato la nuova Unità Mobile Odontoiatrica il Dott. Dario Seghezzi, Direttore Generale Istituto Stomatologico Italiano di Milano
(Medicina e Informazione)
Giulietto Chiesa ha incontrato Francesco Toscano, avvocato e autore di "Dittatura Finanziaria", testo di recente pubblicazione che esamina un tema di grande attualità, le cui implicazioni si manifestano plasticamente nell'odierno scontro tra le burocrazie europee e il governo italiano. Video di Pandora TV
Francesco Toscano nasce a Gioia Tauro il 28 maggio del 1979. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo N. Pizi di Palmi, si iscrive alla facoltà di legge dell’Università degli Studi Alma Mater di Bologna, dove si laurea nel marzo del 2004. E’ avvocato dal 2007. Attento osservatore della politica italiana, collabora con diverse testate giornalistiche e blog di informazione ed è spesso ospite di talk show televisivi. Appassionato anche di sport, ha conseguito a Milano un Master in giornalismo televisivo diretto da Bruno Longhi. E’ sposato con Viviana. (Fonte)
Dopo gli incendi dello scorso anno il Vesuvio si presenta come una discarica a cielo aperto. Le pinete alle falde del vulcano sono invase da rifiuti di ogni tipo: scarti di edilizia, scarti delle aziende tessili, amianto, rifiuti farmaceutici, oli e addirittura le tesi di laurea. "Abbiamo fatto un esposto perché viviamo queste pinete - spiega Fanpage.it Michela Borrelli dei Volontari per il Vesuvio - quella che abbiamo davanti è una discarica a cielo aperto". Le associazioni dei comuni del circondario vesuviano hanno presentato un'esposto in Procura con le mappe geolocalizzate degli sversamenti abusivi che puntualmente vengono dati alle fiamme: "Quello che abbiamo potuto osservare - racconta Andrea Ascione dei Volontari per il Vesuvio - è come molte zone soggette agli sversamenti di rifiuti, vengono date alle fiamme appositamente per fare spazio a nuovi sversamenti". La presenza di decine e decine di mini discariche viene alimentata dai traffici della camorra sullo smaltimento illegale dei rifiuti e dal tessuto di aziende della zona, in particolar modo opifici, autofficine e ristoranti che sversano sul Vesuvio i loro rifiuti.
Fanpage.it
La terra è un costante, armonioso gioco d’incastri, dove ogni cosa, anche se minuscola, contribuisce a formare un sistema incredibilmente variopinto. Fin dall’antichità abbiamo saputo convivere con ciò che ci circondava, sapendone sfruttare le risorse e le potenzialità. Ma siamo giunti oltre: oltre la capacità di accontentarsi, oltre la consapevolezza dei pericoli che corriamo, oltre ai limiti prestabiliti dalla natura stessa. Ormai l’uomo tende a volere sempre di più facendo sempre di meno, e questo ci ha portati a danneggiare la realtà che ci sta attorno. L’ormai evidente ripercussione è il riscaldamento globale. Certo, si può dire che i cambiamenti climatici ci siano sempre stati, ancora oggi le temperature sono in continuo mutamento, e potremmo quasi peccare di presunzione pensando che noi, semplici esseri umani, così insignificanti, siamo in grado di condizionare queste variazioni. ma tutto questo non giustifica il nostro comportamento verso questo pianeta, la nostra vera casa. Nonostante la consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni stiamo continuando a comportarci irresponsabilmente nei confronti di questo meraviglioso sistema, velocizzando drasticamente la fine di quest’ultimo. Il riscaldamento globale effettivo è di +1°C , per evitare una catastrofe bisognerebbe rimanere nel limite di 1,5°C, ma con l’andamento attuale nel giro di una manciata di anni si potrebbe arrivare addirittura a 2°C, minacciando la sicurezza del pianeta. Come si può ben vedere, uno degli scenari peggiori è lo scioglimento dei ghiacciai, in questo caso mostriamo il ghiacciaio dei Forni che in un solo secolo si è ritirato di 4 Km perdendo il titolo di “più grande ghiacciaio vallivo italiano”, sfortunatamente questo è solo uno dei disastri ambientali che il surriscaldamento globale provoca. Ma non è ancora detta l’ultima parola, l’uomo deve rimediare ai propri errori, e deve farlo subito, deve rendersi conto che un evento di questa portata si può superare solo se si è uniti. ogni nostra singola azione può cambiare il corso degli eventi, dobbiamo cambiare stile di vita, moderare i consumi, far capire ai potenti che bisogna prendere delle decisioni e che noi siamo a conoscenza della verità sui cambiamenti climatici. Non dobbiamo più ostacolare la natura, opprimendola e soffocandola, ma bensì dobbiamo assecondarla e saperci convivere come abbiamo sempre fatto. il futuro del globo dipende da ognuno di noi.
HAVK Production
 L'impedimento preoccupante di questo paese è l'impossibilità di cambiare lo stato di cose, il muro che qualsiasi idea incontrerà ogni volta. Ogni forza politica, di destra, di sinistra, populista o non populista che si propone o si proporrà per un cambiamento importante, in questo paese, come del resto in tutto il mondo occidentale, non troverà mai una porta aperta. Il vero governo, a quanto pare, non è nella scelta politica dei popoli sovrani, ma nelle roccaforti del sistema mondiale, nell'enorme e inespugnabile cabina di regia che regola il divenire di ogni paese del mondo. Non era così nel passato, i tempi non erano maturi per una concreta amministrazione in tempo reale degli eventi, spesso qualche paese sfuggiva al controllo instaurando un vero e proprio cambiamento, in bene o in male. Oggi è molto difficile, occorrerebbe un insediamento capillare, una rete di opposizione immensa che non potrebbe sfuggire a sua volta al controllo del potere. La tecnologia ha permesso di accelerare i tempi di elaborazione decisionale delle misure di sicurezza con la manipolazione globale dei mezzi di informazione, delle agenzie di rating, delle agenzie di intelligence, degli eserciti. Tutto questo è finanziato dai paesi più industrializzati dove vi è più accesso a capitali e privilegi. Sfondare roccaforti del genere è difficilissimo, paradossalmente potremmo paragonare il tutto al tentativo di sfondare le mura di un castello medievale imponente. Nel mondo moderno le antiche mura e le roccaforti sono rappresentate dall'economia, dal finanziamento, dall'energia e da tutto ciò che occorre per alimentare lo stato di cose presenti. Adesso assistiamo ad un bombardamento senza precedenti verso la scelta politica della maggioranza dei cittadini italiani, verso una scelta democratica, verso una maggioranza scomoda, in quanto punta direttamente a disarticolare la prassi di sistema, le consuetudini obsolete nelle quali ogni privilegio trovava un buon terreno di coltura. Ecco così si spiega l'attuale bombardamento mediatico verso la scelta politica di un popolo sovrano.
L'impedimento preoccupante di questo paese è l'impossibilità di cambiare lo stato di cose, il muro che qualsiasi idea incontrerà ogni volta. Ogni forza politica, di destra, di sinistra, populista o non populista che si propone o si proporrà per un cambiamento importante, in questo paese, come del resto in tutto il mondo occidentale, non troverà mai una porta aperta. Il vero governo, a quanto pare, non è nella scelta politica dei popoli sovrani, ma nelle roccaforti del sistema mondiale, nell'enorme e inespugnabile cabina di regia che regola il divenire di ogni paese del mondo. Non era così nel passato, i tempi non erano maturi per una concreta amministrazione in tempo reale degli eventi, spesso qualche paese sfuggiva al controllo instaurando un vero e proprio cambiamento, in bene o in male. Oggi è molto difficile, occorrerebbe un insediamento capillare, una rete di opposizione immensa che non potrebbe sfuggire a sua volta al controllo del potere. La tecnologia ha permesso di accelerare i tempi di elaborazione decisionale delle misure di sicurezza con la manipolazione globale dei mezzi di informazione, delle agenzie di rating, delle agenzie di intelligence, degli eserciti. Tutto questo è finanziato dai paesi più industrializzati dove vi è più accesso a capitali e privilegi. Sfondare roccaforti del genere è difficilissimo, paradossalmente potremmo paragonare il tutto al tentativo di sfondare le mura di un castello medievale imponente. Nel mondo moderno le antiche mura e le roccaforti sono rappresentate dall'economia, dal finanziamento, dall'energia e da tutto ciò che occorre per alimentare lo stato di cose presenti. Adesso assistiamo ad un bombardamento senza precedenti verso la scelta politica della maggioranza dei cittadini italiani, verso una scelta democratica, verso una maggioranza scomoda, in quanto punta direttamente a disarticolare la prassi di sistema, le consuetudini obsolete nelle quali ogni privilegio trovava un buon terreno di coltura. Ecco così si spiega l'attuale bombardamento mediatico verso la scelta politica di un popolo sovrano.Ero preoccupatissimo, non ci dormivo la notte, mi chiedevo: «Possibile che Bankitalia non sia ancora intervenuta pubblicamente per criticare il DEF, quindi il reddito di cittadinanza, quindi la modifica della Fornero, quindi il Governo?». D'altronde erano già intervenuti tutti: Moscovici, Junker, Mario Monti, Cottarelli da Fazio, poi Cottarelli da Fazio, e poi Cottarelli da Fazio, e ancora Cottarelli da Fazio, e poi la Fornero, quel che resta del PD, quel che resta di Forza Italia, quel che resta di Renzi, quel che resta dei resti di Berlusconi, svariati burocrati senza volto, quegli strozzini legalizzati del Fondo Monetario Internazionale...mancavano solo il Trio Drombo, Skeletorn, gli Exogini e, per l'appunto, Bankitalia. Ora si che sto tranquillo.
La verità è che oggi, Bankitalia, è di fatto controllata dalle banche private che dovrebbe controllare e le banche private sono incazzate nere, non perché ci sarà deficit al 2,4%, ma perché, per la prima volta, si distribuiscono risorse alla povera gente e non a loro. Questo è un precedente pericoloso per tutto il capitalismo finanziario (nemico dell'economia reale!).
Dove stavano questi signori quando il debito pubblico italiano aumentava di 60 miliardi di euro sotto il governo Letta, di 122 sotto Renzi e di 53 nei 170 giorni a Palazzo Chigi di Gentiloni? Tutti zitti, d'altronde le banche d'affari erano soddisfatte, dettavano i decreti al governo, facevano pressione affinché la Boldrini zittisse i deputati del Movimento 5 Stelle che stavano combattendo come leoni contro il decreto Bankitalia - un ignobile regalo di denari pubblici alle banche private - contavano i soldi che Gentiloni riuscì a trovare per loro in un consiglio dei ministri durato 28 minuti!
Io, perdonate il turpiloquio, mi sono fatto il culo per 5 anni girando tutte le piazze italiane mettendo in guardia i cittadini italiani dal capitalismo finanziario, dai conflitti di interesse tra Dipartimento del Tesoro e banche d'affari e spiegando quanto sia urgente, proprio per difendere i loro risparmi, una modifica della governance di Bankitalia e la separazione tra le banche d'affari e le banche commerciali.
Mi auguro che il governo, passata la legge finanziaria, metta mano a tutto questo perché democrazia significa potere ai cittadini, non agli avvoltoi del secolo!
Alessandro Di Battista - Il blog delle stelle
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| Paolo Porta - Consigliere nazionale sindacato Nursind | 
 La direttiva del bavaglio alla rete è stata approvata a Strasburgo. I signori dei giornali e della televisione che si sono sempre creduti vangelo dell'informazione, avendo progressivamente perso lettori e spettatori a causa del pattume che spesso propongono, approvano una direttiva che impone una tassa sulla condivisione dei contenuti in rete. In pratica, social, blog, video sharing, dovrebbero pagare una tassa ogni volta che un utente condivide, E NON COPIA, un post di un giornale, un trafiletto, un articolo e così via, ma anche foto, video, contenuti audio e così via, rendendo praticamente impossibile ogni sorta di commento al riguardo. Vogliono essere corrisposti, perché la condivisione per loro significa copiare un contenuto, quando si sa per certo che il codice è quello della loro pagina. Vogliono guadagnare dai links perché chiaramente nessuno compra più un giornale o siede tutte le sere davanti al TG di regime. Un vero e proprio bavaglio, un tentativo di minare la rete. Rischieremo pian piano di avere limiti sempre più evidenti, perché chiaramente la rete fa paura. Si stropicceranno le mani i padroni dell'informazione, padroni di RAI, Sky, Repubblica e tutto ciò che ancora gira intorno a quella minoranza che, nonostante in Italia abbia una percentuale ridicola di consenso, continua ancora ad imperare. Questi quatto gatti ci provano con l'Europa con l'appoggio di Macron e Merkel, facendo passare direttive imbavaglianti, distruggendo conseguentemente le fondazioni libere ed eccellenti come ad esempio l'opera di Wikipedia che rischia di chiudere. Come del resto ci abbandoneranno tutti i social network che con questa misura saranno costretti a pagare i diritti alla fonte principale di ogni link condiviso.
La direttiva del bavaglio alla rete è stata approvata a Strasburgo. I signori dei giornali e della televisione che si sono sempre creduti vangelo dell'informazione, avendo progressivamente perso lettori e spettatori a causa del pattume che spesso propongono, approvano una direttiva che impone una tassa sulla condivisione dei contenuti in rete. In pratica, social, blog, video sharing, dovrebbero pagare una tassa ogni volta che un utente condivide, E NON COPIA, un post di un giornale, un trafiletto, un articolo e così via, ma anche foto, video, contenuti audio e così via, rendendo praticamente impossibile ogni sorta di commento al riguardo. Vogliono essere corrisposti, perché la condivisione per loro significa copiare un contenuto, quando si sa per certo che il codice è quello della loro pagina. Vogliono guadagnare dai links perché chiaramente nessuno compra più un giornale o siede tutte le sere davanti al TG di regime. Un vero e proprio bavaglio, un tentativo di minare la rete. Rischieremo pian piano di avere limiti sempre più evidenti, perché chiaramente la rete fa paura. Si stropicceranno le mani i padroni dell'informazione, padroni di RAI, Sky, Repubblica e tutto ciò che ancora gira intorno a quella minoranza che, nonostante in Italia abbia una percentuale ridicola di consenso, continua ancora ad imperare. Questi quatto gatti ci provano con l'Europa con l'appoggio di Macron e Merkel, facendo passare direttive imbavaglianti, distruggendo conseguentemente le fondazioni libere ed eccellenti come ad esempio l'opera di Wikipedia che rischia di chiudere. Come del resto ci abbandoneranno tutti i social network che con questa misura saranno costretti a pagare i diritti alla fonte principale di ogni link condiviso. Mi dispiace che molti nostalgici, e li capisco perché in parte lo sono anche io, abbiano da meravigliarsi di questo nuovo mondo e del degrado culturale nel quale si è infognato. La rete, i social network, il bla bla bla di ogni singolo povero cristo intrappolato nel concetto di condivisione, la politica sempre più contraddittoria, ma soprattutto l'ingenuità di ognuno di noi che a sua insaputa diventa membro di una schedatura mondiale passiva regalando al potere ogni nostra singola scorreggia. E' così e non possiamo farci niente se non decidere di uscire, ma ciò renderebbe ancor più oscurata la nostra partecipazione attiva al movimento di idee che oggi regola il pensiero collettivo. Non esistono alternative, in quanto le piazze sono costantemente monitorate da sistemi tecnologici che permettono l'individuazione di ogni singolo focolaio di resistenza violenta. E non è detto che le voci non possano essere progressivamente oscurate con il controllo e di conseguenza la limitazione della libertà di espressione sulla rete. Quindi i nostalgici non possono esemplificare le nuove strade da percorrere facendo riferimento alle lotte che furono, sarebbe come pretendere di cercare di alimentare a carbone una moderna utilitaria. Tutto il divenire dovrà essere nuovo, originale, affinato ed adattato ai nuovi tempi. Noi nel nostro progressivo invecchiamento possiamo soltanto ricordare e fare tesoro storico di ciò che è stato, dobbiamo prepararci alle novità più che alle repliche. Non ci sarà un altro fascismo, un altro comunismo, un nuovo sessantotto, ma ci saranno novità assolute e proprio perché avranno caratteristiche profondamente differenti dal passato, ci coglieranno, se saremo ancora vivi, di sorpresa. Mi eccita molto di più immaginare cosa sarà che auspicarmi patetici ritorni.
Mi dispiace che molti nostalgici, e li capisco perché in parte lo sono anche io, abbiano da meravigliarsi di questo nuovo mondo e del degrado culturale nel quale si è infognato. La rete, i social network, il bla bla bla di ogni singolo povero cristo intrappolato nel concetto di condivisione, la politica sempre più contraddittoria, ma soprattutto l'ingenuità di ognuno di noi che a sua insaputa diventa membro di una schedatura mondiale passiva regalando al potere ogni nostra singola scorreggia. E' così e non possiamo farci niente se non decidere di uscire, ma ciò renderebbe ancor più oscurata la nostra partecipazione attiva al movimento di idee che oggi regola il pensiero collettivo. Non esistono alternative, in quanto le piazze sono costantemente monitorate da sistemi tecnologici che permettono l'individuazione di ogni singolo focolaio di resistenza violenta. E non è detto che le voci non possano essere progressivamente oscurate con il controllo e di conseguenza la limitazione della libertà di espressione sulla rete. Quindi i nostalgici non possono esemplificare le nuove strade da percorrere facendo riferimento alle lotte che furono, sarebbe come pretendere di cercare di alimentare a carbone una moderna utilitaria. Tutto il divenire dovrà essere nuovo, originale, affinato ed adattato ai nuovi tempi. Noi nel nostro progressivo invecchiamento possiamo soltanto ricordare e fare tesoro storico di ciò che è stato, dobbiamo prepararci alle novità più che alle repliche. Non ci sarà un altro fascismo, un altro comunismo, un nuovo sessantotto, ma ci saranno novità assolute e proprio perché avranno caratteristiche profondamente differenti dal passato, ci coglieranno, se saremo ancora vivi, di sorpresa. Mi eccita molto di più immaginare cosa sarà che auspicarmi patetici ritorni.  L'italia uscì disfatta dalla seconda guerra mondiale, i partigiani e gli anglo americani liberarono l'Italia, cadde la monarchia e nacque l'Italia repubblicana. Chapeau a chi ha combattuto. Finita la guerra, seppur ancora in povertà, ma chiaramente in sicurezza, la gente iniziò a partorire figli, che durante la ricostruzione crebbero un po' tra le macerie e un po' tra i cantieri. I loro padri negli anni 50 erano ancora in piazza a combattere per i diritti sul lavoro e a disarticolare i rimanenti stralli che ancoravano lo stato sociale al vecchio regime. Arrivarono gli anni sessanta, ripulite le macerie e lottizzati i terreni agricoli, iniziò lo tsunami del cemento. Palazzoni, automobili e lavoro per tutti. I ragazzi nati nel dopoguerra erano diventati tutti giovanotti, figli di uno stato sociale solido, con le loro scuole, le loro fabbriche, la loro Lambretta. I loro padri con la 500, la 600, l'850 ed il borghese con la 1100. Classificati, tutti. Poi arrivò il 68, esplose la contestazione, generata dall'onda nata sulle spiagge del benessere (California) e non certo dalla fabbriche...scontri tra manifestanti e poliziotti, tra ricchi e poveri insomma. Dal cazzeggiamento borghese, successivamente, arrivarono anche gli anni di piombo, dove un manipolo di illusi, uccidendo degli innocenti senza alcun potere esecutivo, volevano fare la lotta per il comunismo, cagati zero persino dall'Unione Sovietica. Poi arrivarono gli anni 80, il culmine, la Milano da bere, il socialismo Craxiano, l'arrivismo, poi gli anni novanta con Berlusconi....insomma i giorni di oggi. Morale della favola? Noi siamo quella generazione, che per la prima volta dal dopo guerra stiamo peggio dei nostri padri e i nostri figli staranno ancora peggio. Possiamo salvarli? Io dico di si! Iniziamo a fare l'opposto di ciò che è stato sino ad oggi, bisogna cambiare tutto!
L'italia uscì disfatta dalla seconda guerra mondiale, i partigiani e gli anglo americani liberarono l'Italia, cadde la monarchia e nacque l'Italia repubblicana. Chapeau a chi ha combattuto. Finita la guerra, seppur ancora in povertà, ma chiaramente in sicurezza, la gente iniziò a partorire figli, che durante la ricostruzione crebbero un po' tra le macerie e un po' tra i cantieri. I loro padri negli anni 50 erano ancora in piazza a combattere per i diritti sul lavoro e a disarticolare i rimanenti stralli che ancoravano lo stato sociale al vecchio regime. Arrivarono gli anni sessanta, ripulite le macerie e lottizzati i terreni agricoli, iniziò lo tsunami del cemento. Palazzoni, automobili e lavoro per tutti. I ragazzi nati nel dopoguerra erano diventati tutti giovanotti, figli di uno stato sociale solido, con le loro scuole, le loro fabbriche, la loro Lambretta. I loro padri con la 500, la 600, l'850 ed il borghese con la 1100. Classificati, tutti. Poi arrivò il 68, esplose la contestazione, generata dall'onda nata sulle spiagge del benessere (California) e non certo dalla fabbriche...scontri tra manifestanti e poliziotti, tra ricchi e poveri insomma. Dal cazzeggiamento borghese, successivamente, arrivarono anche gli anni di piombo, dove un manipolo di illusi, uccidendo degli innocenti senza alcun potere esecutivo, volevano fare la lotta per il comunismo, cagati zero persino dall'Unione Sovietica. Poi arrivarono gli anni 80, il culmine, la Milano da bere, il socialismo Craxiano, l'arrivismo, poi gli anni novanta con Berlusconi....insomma i giorni di oggi. Morale della favola? Noi siamo quella generazione, che per la prima volta dal dopo guerra stiamo peggio dei nostri padri e i nostri figli staranno ancora peggio. Possiamo salvarli? Io dico di si! Iniziamo a fare l'opposto di ciò che è stato sino ad oggi, bisogna cambiare tutto!Salvini, da Autostrade minimo sindacale - "Ho visto che Autostrade ha chiesto scusa e che metterà dei soldi, meglio tardi che mai, ma se qualcuno pensa che con questo possano pagare le loro colpe ha sbagliato, è solo il minimo sindacale". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini al caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca). (Fonte: Ansa)
Focus presenta il documentario in due parti "Home - Storia di un viaggio", il coinvolgente racconto di come l'equilibrio del nostro pianeta sia in serio pericolo e di quello che possiamo fare per salvarlo.Se in pochi decenni l'umanità ha compromesso quello che in circa 4 miliardi di anni di vita della Terra era rimasto intatto - una sintesi perfetta di ecosistemi, ricchezze naturali e risorse ambientali -, oggi siamo ancora in tempo per invertire la rotta e questo imperdibile viaggio fotografico ci mostra come gestire e recuperare le aree più a rischio.
 In passato il popolo era classificato in alta borghesia, media borghesia, proletariato, sottoproletariato e così via e su queste diversificazioni gli intellettuali hanno scritto di tutto. Su queste classificazioni la politica ha definito ideali, movimenti, partiti. La lotta di classe ha affermato diritti, definito i rapporti lasciandosi dietro morti, feriti, guerre, dittature e periodi storici controversi, sia in Europa che nel resto del mondo. Il dissenso o l'assenso si materializzavano con il tempo in una risultante di sistema, con tatto di roccaforti conquistate o create in virtù dell'esperienza programmatica. Vengono così definiti gli ideali e quelle morali imprescindibili ed indiscutibili, sorrette dal sistema economico. Un'intera generazione di uomini afferma il cambiamento con la fine della seconda guerra mondiale, la successiva generazione invece vi ha sguazzato dentro, durante la ricostruzione, durante il miracolo economico, durante l'inizio del declino. Ad oggi, le nuove generazioni vivono nell'eco dell'eredità morale e ideologica della generazione precedente che li ha sostanzialmente svuotati di ogni idea contrapponendosi in maniera viscerale verso ogni loro nuovo cambiamento e non ammettendo di aver perduto ogni capacità di partecipazione, facendosi forza a colpi di retoriche. Se qualcosa si sta muovendo il merito è della velocità di gestione della propaganda, che sorpassa nettamente gli sforzi degli anni del giornale quotidiano e del volantino, rendendo immediato il dissenso e successivamente le risposte politiche al merito. Tutto si muove a velocità della luce e considerato che la propaganda e l'informazione è parte integrante della politica ecco che si assiste a vere ondate e terremoti di idee, come lo stato primordiale del pianeta, infiammato da fenomeni di ogni tipo, per poi diventare fiorente e vivibile in un armonico processo naturale. Essere diffidenti verso l'attualità è comprensibile, ma ogni conquista la si fa riformando radicalmente i processi precedenti, quei processi che hanno snaturato il sistema o semplicemente consumato le condizioni ideali.
In passato il popolo era classificato in alta borghesia, media borghesia, proletariato, sottoproletariato e così via e su queste diversificazioni gli intellettuali hanno scritto di tutto. Su queste classificazioni la politica ha definito ideali, movimenti, partiti. La lotta di classe ha affermato diritti, definito i rapporti lasciandosi dietro morti, feriti, guerre, dittature e periodi storici controversi, sia in Europa che nel resto del mondo. Il dissenso o l'assenso si materializzavano con il tempo in una risultante di sistema, con tatto di roccaforti conquistate o create in virtù dell'esperienza programmatica. Vengono così definiti gli ideali e quelle morali imprescindibili ed indiscutibili, sorrette dal sistema economico. Un'intera generazione di uomini afferma il cambiamento con la fine della seconda guerra mondiale, la successiva generazione invece vi ha sguazzato dentro, durante la ricostruzione, durante il miracolo economico, durante l'inizio del declino. Ad oggi, le nuove generazioni vivono nell'eco dell'eredità morale e ideologica della generazione precedente che li ha sostanzialmente svuotati di ogni idea contrapponendosi in maniera viscerale verso ogni loro nuovo cambiamento e non ammettendo di aver perduto ogni capacità di partecipazione, facendosi forza a colpi di retoriche. Se qualcosa si sta muovendo il merito è della velocità di gestione della propaganda, che sorpassa nettamente gli sforzi degli anni del giornale quotidiano e del volantino, rendendo immediato il dissenso e successivamente le risposte politiche al merito. Tutto si muove a velocità della luce e considerato che la propaganda e l'informazione è parte integrante della politica ecco che si assiste a vere ondate e terremoti di idee, come lo stato primordiale del pianeta, infiammato da fenomeni di ogni tipo, per poi diventare fiorente e vivibile in un armonico processo naturale. Essere diffidenti verso l'attualità è comprensibile, ma ogni conquista la si fa riformando radicalmente i processi precedenti, quei processi che hanno snaturato il sistema o semplicemente consumato le condizioni ideali.Nonostante un'infanzia difficile, Michael Jackson è riuscito a diventare una leggenda della musica mondiale, entrando nel Guinness dei Primati come l'artista più grande di tutti i tempi. La sua voce rimarrà per sempre nei nostri cuori. (Fanpage.it)
Le proteste al confine di Gaza sono finite in un bagno di sangue. La “Grande marcia del ritorno”, la mobilitazione iniziata il 30 marzo per rivendicare i diritti dei profughi cacciati o fuggiti dopo la nascita di Israele nel 1948, ha visto migliaia di palestinesi cercare di sfondare la rete metallica che separa la Striscia di Gaza da Israele. I manifestanti che hanno provato ad avvicinarsi al confine sono stati bersaglio dei soldati dell’esercito israeliano che non hanno esitato a fare fuoco sui civili disarmati. “Era un suo diritto sapere che aveva una terra e un Paese”, rivendica Ibrahim, il padre di Mohammed, ucciso a 14 anni da un cecchino israeliano. Anche Reham, di 14 anni, ha partecipato con la madre e i fratelli alla mobilitazione. “Anche noi abbiamo diritto ad una vita dignitosa”, racconta. “Nessuno può capire cosa significa vivere sotto assedio, Israele ci ha strappato ogni diritto”. Il bilancio di settimane di proteste è di oltre 100 palestinesi uccisi e migliaia di feriti, molti dei quali rimarranno paralizzati per sempre.(Fonte: Yasser Murtaja/Norwegian Refugee Council - Fanpage.it)